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	Le plusvalenze immobiliari della Juventus e i cittadini finanziatoridi Marco Liguori e Salvatore NapolitanoEra il 30 giugno scorso, giorno della chiusura del bilancio. In casa 
        bianconera, la ferita per la sconfitta nella finale della Coppa dei Campioni 
        bruciava ancora, e molto: ma in compenso i dati relativi al fatturato 
        erano davvero ragguardevoli. Le entrate totali erano ammontate a 215 milioni 
        di euro, il 22,9% in più rispetto ai già lusinghieri 175,3 
        milioni della stagione precedente. Merito soprattutto del lungo cammino 
        di Coppa. Ci sarebbe stato di che brindare in Corso Galileo Ferraris: 
        ma le cose non andarono proprio così.Nonostante il record assoluto del fatturato, i conti volgevano inesorabilmente 
        al rosso: dopo sei anni di utili, alcuni dei quali ottenuti grazie ad 
        eventi irripetibili (le maxi-plusvalenze del 2001-2002 per le cessioni 
        di Zinedine Zidane e Filippo Inzaghi e lo scambio vicendevole di un carneade 
        con il Milan nel 1999-2000), anche in casa bianconera la realtà 
        stava per prendere il sopravvento. Si poteva applicare il cosiddetto decreto 
        spalma debiti, che consente di abbattere il valore del patrimonio giocatori 
        e di spalmare in dieci anni la perdita relativa. La Juventus aveva conferito 
        l'incarico ad un noto professionista per studiarne la fattibilità. 
        Quanto ad immagine, non sarebbe stata però una gran trovata: non 
        si era sempre detto che quell'assurdo decreto era stato tramutato in legge 
        in fretta e furia nel febbraio 2003 dal Parlamento per aiutare società 
        come Lazio e Napoli, inguaiate fino al collo? Meglio dunque soprassedere.
 Ma, proprio in quell'ultimo pomeriggio, ecco la stupefacente magia: meglio 
        di un numero di Del Piero, o di Trezeguet, o di Nedved. E' la plusvalenza 
        immobiliare: una cosa mai escogitata prima da nessuna società italiana 
        di calcio. E dire che, quanto ad artifici contabili, le nostre società 
        non sono seconde a nessuno. Grazie a quella magia, l'esercizio si è 
        chiuso con 2,2 milioni di utile. E' accaduto tutto in quel fatidico pomeriggio: 
        la Juventus ha venduto il 27,2% della sua controllata Campi di Vinovo 
        Spa, la società che detiene i 500mila metri quadri di terreno nell'area 
        tra Vinovo e Nichelino che sarà utilizzata per il progetto cosiddetto 
        Mondo Juve, alla Costruzioni Generali Gilardi Spa. Prezzo pattuito per 
        la transazione: 37,3 milioni. Prezzo pagato a suo tempo: 4,8 milioni. 
        Dunque, la società dell'amministratore delegato Antonio Giraudo 
        ha realizzato una plusvalenza di 32,5 milioni. Niente di strano, si dirà: 
        accade spesso che le partecipazioni si rivalutino. Non proprio: perché 
        contestualmente alla vendita, la Juventus ha concesso alla Gilardi il 
        diritto di rivendere, proprio ai bianconeri, la stessa quota appena acquistata 
        allo stesso, identico prezzo. In altre parole, ti vendo una qualunque 
        cosa ad una cifra abnorme, guadagno in modo spropositato, ma quando vorrai, 
        dovrò pagare per la stessa cosa la medesima cifra da te pagata.
 Non è stato il solo aggiustamento provvidenziale: nell'ultimo esercizio 
        sono stati accantonati per svalutazioni e rischi 1,32 milioni a fronte 
        degli 11,53 di quello precedente. I rischi potenziali sono davvero diminuiti 
        di oltre 10 milioni in un anno? Lo si saprà solo a fine settembre, 
        quando l'approvazione del bilancio sarà definitiva e i singoli 
        saldi saranno spiegati in modo approfondito.
 Ma in casa Juve, si pensa già al futuro: imbellettati in extremis 
        i conti 2002-2003, Antonio Giraudo si è già portato avanti 
        con il lavoro. Il 15 luglio la Juventus ha firmato la convenzione con 
        il Comune di Torino, in base alla quale ha ottenuto il diritto di superficie 
        (ossia la possibilità di edificare sul suolo) valido 99 anni, sull'area 
        del Delle Alpi. Anche qui la Juventus è giunta prima di tutti gli 
        altri: si tratta della minusvalenza per il cittadino che si trasforma 
        in una plusvalenza dei bianconeri. Il Comune ha infatti svenduto l'area 
        alla Juventus, con ciò penalizzando il tifoso bianconero, quello 
        granata e chi di calcio non si interessa affatto. Come definire in altro 
        modo il prezzo di 25 milioni per un'area di 54mila metri quadrati? Si 
        tratta di 4,68 euro per metro quadro all'anno. Installare a Torino un 
        banco per il commercio di libri usati costa mediamente 16 volte di più.
 (Fonti: 
	  www.ilmanifesto.it)   |